venerdì 18 febbraio 2011

Femmime contro maschi



TRAMA
Anna è piemontese, ama la musica lirica e la letteratura francese. Piero, suo marito, è calabrese, ama il calcio, gli amici, trattare con sufficienza il collega pakistano e spassarsela con un'altra donna. Un incidente e la conseguente e provvidenziale amnesia di Piero forniscono ad Anna l'occasione di trasformarlo nell'uomo ideale, vale a dire in un colto, fedele e nordico maggiordomo. Anche Valeria e Diana cercano da anni di cambiare i loro uomini, uniti dalla passione per i Beatles e per le false promesse, ma ora sono sul punto di perdere per sempre la pazienza. Vivono dentro una grande bugia, questa volta a fin di bene, anche gli ex coniugi Marcello e Paola, forzatamente riuniti sotto lo stesso tetto per soddisfare l'ultimo desiderio della madre di lui, ottantenne malata di cuore.
Donne manipolatrici e inacidite, uomini pigri e mammoni, bambine col grembiulino rosa e maschietti col grembiulino azzurro. Ma non basta. Il livello della comicità sul piatto si assesta su gag quali Solfrizzi che per guardare una ragazzina in shorts sbatte contro un palo o Ficarra e Picone che fanno ingelosire sulla spiaggia la fidanzata sbagliata. Quel che mancava al cinema italiano, insomma. Insieme al ripescaggio di Armando De Razza e Wilma De Angelis.
Il secondo volume del dittico di Fausto Brizzi lascia senza parole e costringe a ripensare l'opera nel suo complesso, nonostante il primo tomo fosse apparso, all'uscita, teatrale ma dignitoso. Eppure, da un certo punto di vista, era già reo di preparare il peggio. Perché è tra le pieghe del primo che si inserisce questo secondo resoconto ideologicamente ultraconservatore e cinematograficamente avvilente, visto che tecnicamente è uno spin-off, uno sviluppo dei personaggi che là erano solo abbozzati.
Vien voglia di dimenticare, ma occorre chiarire: è evidente che una commedia che nasce sotto un titolo ad ombrello come Femmine contro Maschi e viceversa non può non giocare sui luoghi comuni, ma un conto è farne uno strumento e ben altro conto è farne un fine. Se non fosse per Ficarra e Picone, che portano nel film i loro personaggi e una comicità piena, fatta di faccia, di bile e di cervello, verrebbe da sentirsi presi in giro dal tenore della proposta.
In fondo, le immagini dichiaratamente false dei filmini di famiglia girati da Bisio e dalla Brilli per ingannare la nonna sono le uniche briciole di cinema di tutto il film.


Download: prossimamente


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